Antonio Franchi. Sintesi emotiva

Antonio Franchi. Sintesi emotiva

M. Lapperier, Antonio Franchi. Sintesi emotiva, Vanillaedizioni, Albissola Marina, 2022.

Antonio Franchi Sintesi emotiva

ANTONIO FRANCHI
SINTESI EMOTIVA

Mattia Lapperier

Sintesi emotiva

Testo di Mattia Lapperier

La pittura di Antonio Franchi nasce e accresce per stratificazione. L’unione indissolubile di colore e materia guida l’operazione nel suo insieme che si espleta sull’intera superficie a disposizione, sino a nascondere del tutto il supporto, assecondando ritmi piuttosto lenti, così da permettere alla materia di sedimentare, proprio come simultaneamente accade anche al complesso dei ricordi e stati d’animo, all’origine di ogni composizione. Ogni lavoro è inscindibilmente legato a un luogo specifico, un luogo reale, un luogo spesso vissuto in prima persona o magari riferibile a circostanze o esperienze direttamente ascrivibili al vissuto dell’artista. In alcuni casi si tratta di luoghi assiduamente frequentati, come le Isole Eolie, dove Franchi, sin dalla più tenera età, è solito trascorrere lunghi periodi a stretto contatto con il mare. Tali esperienze sono espresse pittoricamente da un avvicendarsi di suggestioni cromatiche che, nonostante non lascino alcuno spazio a un qualsiasi accenno di figurazione, alludono in modo incontrovertibile al sito scelto, in virtù della palette che l’artista attribuisce loro. In altri casi, laddove la componente biografica prevalga, il rifermento allo spazio diviene più simbolico, ermetico, di non immediata interpretazione. Originario di Siena, l’artista serba dentro di sé i vividi colori del Chianti e delle Crete, che emergono in tutto il loro delicato dinamismo vegetale, non soltanto ogniqualvolta faccia riferimento alla propria Toscana. I periodi trascorsi tra Londra e New York, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila, hanno poi ulteriormente arricchito la cromia dei suoi lavori di nuove suggestioni squisitamente urbane. Che si tratti di impalpabili ed effimere memorie di viaggio, di affettuose dediche a località specifiche e circoscritte o di sentiti omaggi a interi popoli, la pittura di Franchi, rigorosamente praticata su di un supporto quadrato, apre un varco in direzione del luogo, di caso in caso reso esplicito dal titolo, concedendo all’osservatore di immergervisi, di esplorarlo e, allo stesso tempo, di entrare così in contatto diretto e immediato con l’interiorità dell’artista.

Antonio Franchi, Paradiso, 2021, acrilico su tela, 100×100 cm

Dopo i primissimi esordi figurativi, la frequentazione di tecniche assimilabili al dripping di pollockiana memoria e la sperimentazione di composizioni ottenute con l’azione congiunta di spatola e pennello, ancora liberamente ispirate all’action painting americana, dal 2007 in avanti prende e lavorare a spatola in maniera sempre più esclusiva, prediligendo un approccio a posizionamento direzionato del colore, steso sul supporto con spatole di diverso formato. Nello stesso periodo inizia a definirsi ciò che Franchi intende per “sintesi aerea”, ovverosia una pittura astratta ispirata a vedute dall’alto, realizzata anche a partire da software quali Google Maps o Google Earth. Già in quegli anni inizia a delinearsi una ricerca basata sullo spazio; una geografia personale di luoghi, espressi in chiave cromatica e, almeno in un primo tempo, costruiti per campiture ortogonali che, per mezzo di suggestioni affidate al colore, restituiscano la conformazione approssimativa di un determinato reticolo cittadino. Se dal 2010 al 2012 tale linguaggio giunge a completa maturazione, dal 2017, e precisamente con l’opera intitolata Scotland, la pittura dell’artista subisce un’ulteriore svolta. Il luogo continua a essere preponderante, ma in un’accezione più libera, che progressivamente si affranca dalla veduta esclusivamente zenitale. Lo spazio è come introiettato dall’artista e, di conseguenza, non più direttamente percepibile ma per lo più alluso dalle masse di colore che ne reinventano i confini e ne sconvolgono la forma. La composizione diviene più unitaria, il colore si mescola organicamente a quello degli strati sottostanti; ora ne risulta attenuato, ora arricchito, in modo tale da generare campiture sempre più composite, stese attraverso spatole di grande formato che in molti casi attribuiscono una direzione all’opera, ripartendola in più settori, senza tuttavia pregiudicarne la visione d’insieme. Ogni lavoro, ottenuto dalla paziente sovrapposizione di anche quaranta livelli di pittura, appare pertanto traboccante di colore-materia che, fuoriuscendo da tutti e quattro i bordi del quadro, al di là della superficie, imprime alla stessa, se vista lateralmente, un certo movimento centrifugo. Oltre al palpitante amalgama cromatico uniformemente distribuito, la finitura a resina stesa con il pennello concorre a determinare l’accentuato dinamismo delle tele più recenti. A differenza della vernice stesa a spatola infatti, tale accorgimento non solo assegna singolare vividezza al colore ma permette anche l’emersione di porosità e striature che, depositandosi sulla massa cromatica, la animano ulteriormente, conferendo estremo risalto, organicità e coerenza alle molte tinte impiegate.

Antonio Franchi, Senza titolo, 2020, acrilico su tela, 50×50 cm

Da sempre legato al mare – alle cui sfumature che abbracciano vaste gamme di blu, verdi e azzurri ha tributato molte opere nel corso degli anni, ispirato dalle coste italiane, a quelle caraibiche, a quelle delle Mauritius, sino a quelle indiane – dal 2022 l’artista sta elaborando un ciclo dedicato al cambiamento climatico che si focalizzerà proprio sull’innalzamento del livello del mare e il conseguente nuovo – allarmante – assetto tra terra, mare e cielo. L’ondivaga materia cromatica di Climate change – Venezia restituisce di per sé l’impressione di un repentino sollevamento delle acque. I colori lagunari in questo caso – così come gli azzurri e i cerulei di Climate change – Sydney harbour – non si limitano a esprimere il sentimento del luogo ma intendono scavare più a fondo nella consapevolezza di chi guarda, invitando l’osservatore ad avviare una riflessione sul ruolo giocato dall’umanità nel mutamento del clima. Il luogo in altri termini, da spazio fisico e, seppur vagamente, identificabile, diviene, segnatamente nelle tele degli ultimi anni, sempre più spazio interiore. Antonio Franchi, approfondendo il suo rapporto con il colore, anche a seguito di specifici studi, scivola gradualmente da una sintesi aerea a una sintesi emotiva. Le sue radici che affondano nel cuore della Toscana, i molti viaggi in giro per il mondo, il folklore di culture lontane, i colori del mare e quelli del cielo (tra questi il rosso sfumato nel viola-azzurro osservato nel 2015, in occasione di un volo tra Udaipur e Mumbai) coagulano in un intimo e inesauribile diario cromatico, le cui pagine sono in continua evoluzione, sia dal punto di vista stilistico che quantitativo. Vibranti e mutevoli, le sue opere sono depositarie di uno stato d’animo, o meglio, di un complesso di stati d’animo, intrinsecamente connaturati ai luoghi, vissuti in prima persona dall’artista, veicolati sulla tela per mezzo del colore e lì sintetizzati.

La vivacità del colore si fa elemento di vita.

Antonio Franchi, Sicilia, 2020, acrilico su tela, 100×100 cm

Il volume integrale è disponibile sul sito di Vanillaedizioni.