
Geometrie essenziali
Mattia Cleri Polidori
A cura di M. Lapperier e C. Manca
12 aprile – 9 maggio 2025
MANCASPAZIO, Nuoro

Notturno
Come il rapimento di una melodia che sorge improvvisa da un’orchestra profonda; come la rivelazione d’un verso che sveglia il suono segreto dell’anima; come il messaggio del vento che è la rapidità dell’infinito in cammino; con uno spirito senza riva, con un corpo senza forma, con un gaudio che sembra terrore, io sento l’idealità del mondo.
Notturno, G.D’A., 1916
Di notte avviene da sé una sorta di progressiva metamorfosi percettiva. Sul fare del crepuscolo, cambia l’impressione che abbiamo del mondo; a tale graduale variazione, corrisponde un’acutizzazione dei sensi vicari della vista, primo tra tutti l’udito. Persino l’umore può partecipare a tale mutamento, causando inevitabilmente ripercussioni sullo stato d’animo generale. Allo stesso tempo, corpo, mente ed emozioni sono implicati in tale processo di alterazione sensoriale. Lo sguardo di Mattia Cleri Polidori, costantemente rivolto a tutto ciò che cresce e modifica la propria struttura d’origine, in questo caso, tenta di penetrare il buio della notte. Un’atmosfera sospesa, a metà strada tra il quieto senso di sprofondamento tipico del sogno e la persistente tensione di una distopia, permea l’intero evento espositivo. Silenzio e raccoglimento consentono all’osservatore di accedere alla peculiare ricerca dell’artista, così da apprezzarla appieno, non solo per le indubbie qualità estetiche ma anche per i suoi considerevoli risvolti speculativi.
Cleri Polidori scruta la segreta architettura interna alle cose. Da sempre attratto dalle forme della natura, o meglio, dalla peculiare struttura costitutiva che presuppone e determina tutti gli elementi naturali, ancor prima di dipingere, indaga, studia, colleziona e fotografa esemplari. Le osservazioni analitiche su di una coltura di protozoi, da lui stesso avviata, sono all’origine delle sue Città invisibili, a cui lavora con continuità, sin dall’estate 2021. I suoi cicli pittorici e scultorei restituiscono l’intricata sistematicità della strutturazione della forma, così come avviene in natura. La sua è un’operazione minuziosa, rigorosa, dall’impostazione scientifica, che tuttavia non perde di immediatezza. Perfezionata nel corso del tempo, la sua ricerca è volta a esplorare fenomeni di morfogenesi, nelle loro manifestazioni più pure, penetrando i misteri di quello schema preordinato che si offre spontaneamente ai sensi.

Cleri Polidori, sin dalla più tenera età, raccoglie e conserva elementi naturali organici e inorganici. Negli anni ha dato vita a un vero e proprio archivio che conta un vasto assortimento di esemplari estrapolati dal regno animale, vegetale o dei funghi, oltre a centinaia e centinaia di immagini che spaziano dalla biologia, all’archeologia, alla geografia astronomica. Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, l’artista esplora la realtà al fine di rintracciarvi quei rapporti aurei che si determinano spontaneamente in natura e che, allo stesso tempo, rivelano l’architettura profonda del tessuto spazio-temporale.
L’atmosfera notturna che pervade quest’ultimo ciclo di lavori rimanda di per sé a un universo post-umano, come quello evocato dai romanzi fantascientifici di Ursula K. Le Guin o dallo Chthulucene di Donna Haraway. Oltre ai numerosi riferimenti scientifici, come la teoria del tutto basata sul rapporto aureo, nota come emergence theory, o gli scritti di autorevoli fisici teorici come Lee Smolin o matematici come Alan Turing, tra i moltissimi riferimenti di Cleri Polidori, che gli hanno permesso di sviluppare la propria visione ecologista, olistica, diretta a un deciso superamento dell’antropocentrismo, ha un ruolo anche il film d’animazione Nausicaa, diretto da Hayao Miyazaki.
Funghi e protozoi ormai da anni sono protagonisti della sua ricerca artistica. Tali affascinanti microrganismi dalle sorprendenti qualità biologiche, a lungo osservati nella loro crescita, poi fotografati, decontestualizzati, ingigantiti e in ultimo fissati permanentemente nelle composizioni pittoriche e scultoree dell’artista, divengono un pregnante manifesto della propagazione della forma.
Anche quest’ultima serie di lavori, benché proposta con cromie più cupe, conserva l’originaria freschezza che contraddistingue da sempre la ricerca di Cleri Polidori. La fluorescenza del protozoo squarcia la notte con la veemenza di un lampo; la forma fende lo spazio e rivela se stessa con dirompenza epifanica.

Geometrie essenziali / Mattia Cleri Polidori
A cura di Mattia Lapperier e Chiara Manca
Organizzazione e coordinamento: Chiara Manca
Geometrie essenziali, MANCASPAZIO, via della Pietà, 11, Nuoro
Orari: dal mercoledì al sabato: 18:00-20:00
Info: mancaspazio.com



