Nascosta in piena vista

Nascosta in piena vista

Antonio Barbieri


A cura di M. Lapperier
22 ottobre – 10 dicembre 2023
Prato, Villa Rospigliosi

Invito Nascosta in piena vista

Sabato 21 ottobre alle ore 18:00 inaugura presso Villa Rospigliosi, sotto la direzione artistica di ChorAsis – Lo spazio della visione, Nascosta in piena vista, mostra personale di Antonio Barbieri, a cura di Mattia Lapperier.

Come suggerito dal titolo, preso a prestito dall’omonima canzone di Niccolò Contessa, il progetto site-specific, cucito addosso agli spazi di Villa Rospigliosi, esplora ciò che, pur in piena vista, non ci è dato vedere. Antonio Barbieri si propone di indagare processi scultorei ottenuti mediante la rielaborazione di dati ricavati dalla natura. La forma di questi ultimi, pur presenti e – per così dire – alla portata di tutti, resta inevitabilmente celata allo sguardo, se non sottoposti all’azione demiurgica innescata dall’artista stesso.

In occasione della mostra, Antonio Barbieri in un primo tempo ha estrapolato una serie di dati specifici, caratterizzanti l’ambiente naturale che circonda Villa Rospigliosi, attraverso macchinari da lui stesso riadattati allo scopo, atti, ad esempio, a misurare la quantità di acqua contenuta nell’aria, nel suolo e nelle piante. Lavorando site-specific, ha poi realizzato una serie di opere, non solo ideate per adattarsi allo spazio della villa, ma generate proprio a partire dalla suddetta misurazione avvenuta in situ. Sin dai propri esordi affascinato dalla riflessione sulla forma, per lo più indagata attraverso i materiali della tradizione scultorea, è solo a partire dagli ultimi anni che Antonio Barbieri apre alle possibilità offerte dalla tecnologia in ambito artistico. La tecnologia tuttavia non fagocita la sua ricerca, che rimane nella sostanza fedele a se stessa, né è impiegata quale elemento di mera spettacolarizzazione; dischiude piuttosto nuove opportunità di esplorazione, magari in direzione di quella forma che sarebbe impossibile esprimere per mezzo dei sensi comuni. L’intelligenza artificiale, così come l’elaborazione di algoritmi complessi, il ricorso a scanner e stampanti 3D o le recenti incursioni nella realtà aumentata, nelle mani di Antonio Barbieri, divengono risorse in grado di estendere la conoscenza formale di un fenomeno. Sospesa in un crocevia tra figurazione e astrazione, la ricerca dell’artista si propone di individuare nuove soluzioni a problemi formali senza tempo. Attraverso la tecnologia non solo attribuisce una conformazione stabile e tangibile a grandezze misurabili come il suono, la temperatura o l’umidità ma, grazie all’utilizzo dell’IA, l’artista ambisce persino a conferire dignità scultorea a qualcosa di ancora più labile e ineffabile, come le emozioni o le impressioni umane.

Nascosta in piena vista – Veduta della mostra

Nascosta in piena vista

di Mattia Lapperier

L’intenso fervore creativo unito a una consolidata attitudine alla sperimentazione sono due delle componenti cardine che animano da sempre la ricerca di Antonio Barbieri. Da autentico artista-faber elabora e realizza materialmente tutte le sue opere, costruendo persino da sé gli strumenti necessari a portarle a compimento. Segue scrupolosamente tutte le fasi progettuali, lavorando in uno studio polifunzionale che gli consente di gestire in autonomia la serrata concatenazione di processi, indispensabile alla piena attuazione del suo linguaggio espressivo.

Sin dagli esordi affascinato dalla riflessione sulla forma, allora indagata per lo più attraverso i materiali della tradizione scultorea, è solo a partire dagli ultimi anni che Barbieri apre alle possibilità offerte dalla tecnologia in ambito artistico. Dalla figura umana quale sistema complesso di relazioni, il suo campo di indagine si allarga progressivamente oltre l’immagine stabile, chiaramente visibile e, per questo, agevolmente rappresentabile. Ad accendere l’interesse dell’artista è infatti la struttura; quella forma nascosta, che c’è, è presente ovunque ma non si vede. Da qui deriva lo studio dei frattali. Andando a sondare quel rapporto armonico che permette alle piante di crescere senza collassare su loro stesse, ai fulmini di prorompere nel cielo o al sistema circolatorio umano di riversare uniformemente il nutrimento in tutto l’organismo, l’artista fa appello a quella legge della diffusione limitata dell’aggregazione che, valida sia nell’infinitamente piccolo che nell’infinitamente grande, regola il cosmo.

Antonio Barbieri, Stendardo, 2022, dataset applicati a software heatmap, vetro, lattice naturale, acrilico, 200×240 cm

Sempre più rivolto all’espressione formale dell’(apparentemente) inesprimibile, Barbieri ha di recente preso a misurare dati oggettivi rilevati nell’ambiente al fine di ricavarne delle forme stabili che occupano due o tre dimensioni. La fisica, l’informatica, le scienze applicate e i più disparati ambiti tecnologici guidano i processi che l’artista innesca e fungono da presupposti necessari alle sue ricerche. Tecniche antiche si innestano su materiali moderni; procedimenti tecnologicamente avanzati dialogano con i mezzi espressivi della tradizione, come la ceramica o la pittura a olio.

La tecnologia tuttavia non fagocita il suo linguaggio, che rimane nella sostanza fedele a se stesso, né è impiegata quale elemento di mera spettacolarizzazione; dischiude piuttosto nuove opportunità di esplorazione, in direzione di quella forma che sarebbe impossibile esprimere per mezzo dei sensi comuni. L’intelligenza artificiale, così come l’elaborazione di algoritmi complessi, il ricorso a scanner e stampanti 3D o le recenti incursioni nella realtà aumentata, nelle mani di Antonio Barbieri, divengono risorse in grado di estendere la conoscenza formale di un fenomeno. Sospesa in un crocevia tra figurazione e astrazione, la ricerca dell’artista si propone di individuare nuove soluzioni a problemi formali senza tempo. Servendosi della tecnologia non solo attribuisce una conformazione stabile e tangibile a grandezze misurabili come il suono, la temperatura o l’umidità ma, grazie all’utilizzo dell’IA, ambisce persino a conferire dignità scultorea a qualcosa di ancora più labile e ineffabile, come le emozioni o le impressioni umane.

Antonio Barbieri, Chimera, 2023, dataset applicati ad algoritmo generativo e stampa 3D, acciaio, ferro, pittura a olio, resina epossidica, 150x155x50 cm

Come suggerito dal titolo, preso a prestito dall’omonima canzone di Niccolò Contessa, il progetto site-specific, cucito addosso agli spazi di Villa Rospigliosi, esplora ciò che, pur in piena vista, non ci è dato vedere. La temperatura, l’umidità, l’intensità del vento di per sé rientrano nella categoria di ciò che possiamo misurare ma non di ciò che possiamo vedere o addirittura toccare. Pur entrandovi in contatto diretto, non siamo in grado di farne esperienza concreta poiché tali dati, estrapolati dal contesto, non possiedono forma corporea. Antonio Barbieri propone in mostra un corpus di lavori recenti, elaborati nel corso dell’ultimo anno, che consistono in una serie di elementi pittorici e scultorei, ottenuti mediante il rimaneggiamento di dati ricavati da lui stesso dall’ambiente naturale che circonda Villa Rospigliosi. La forma di questi ultimi, pur presenti e – per così dire – alla portata di tutti, resta inevitabilmente celata allo sguardo, se non sottoposta all’azione demiurgica dell’artista. Campionati in vari momenti della giornata e a differenti condizioni atmosferiche, nell’aria, nel suolo e nelle piante, Barbieri, servendosi di software specifici, di stampanti 3D e a resina, oltre a una schiera di macchinari da lui stesso assemblati o riadattati allo scopo, attribuisce forma all’informe. L’artista non si limita a lavorare site-specific ma instaura con l’ambiente un rapporto osmotico di reciprocità. È opportuno specificare infatti che le sue opere non sono solamente ideate per adattarsi allo spazio della villa, ma sono piuttosto generate proprio a partire dalla suddetta misurazione avvenuta in situ. L’assoluta corrispondenza tra opera d’arte e sede espositiva è quanto mai sostanziale in questo caso. Lavori digitali bidimensionali dall’andamento pittorico, tra il geometrico e il biologico, si affiancano a progetti plastici dalle sembianze vegetali, come la scultura prodotta dai dati estrapolati dall’iconico leccio secolare della villa. Nel loro insieme tali opere danno vita a una composita selva digitale che va a porsi in aperto dialogo con la ricca vegetazione che circonda Villa Rospigliosi.

La grande installazione collocata nella facciata dell’ambiente espositivo contamina lo spazio, quasi si trattasse di una pianta infestante sintetica. Ideata e costituita secondo i dettami della matematica frattale, è concepita per variare la sua fisionomia nell’arco della giornata. Nelle ore di luce infatti proietta sulla superficie ombre che vanno a duplicare la sua forma, di notte la vernice fotoluminescente di cui è interamente rivestita le permette di illuminarsi. Il riferimento è ancora a quelle leggi che governano l’espansione delle forme naturali, quelle che garantiscono a queste ultime di diffondersi senza implodere, di mutare nell’immobilità.

Nascosta in piena vista – Veduta della mostra in esterno

Il mosaico rimanda di per sé a una tecnica preziosa e antica; al pavimento o al catino absidale di una chiesa medievale o anche al rivestimento interno di una sontuosa stazione termale art nouveau. Il grande tappeto musivo realizzato da Barbieri evoca tale grandiosità non solo nei risultati ma anche nello sforzo titanico che si è reso necessario per la sua esecuzione. Consiste infatti di ben 10.028 tesserine in pasta vitrea disposte una a una, a costituire un pattern, che a sua volta è esito di un processo di rielaborazione ottenuto in heat map, la mappa di calore utilizzata per rappresentare il genoma. Ogni tesserina è un atomo, un pixel, un’unità indivisibile e insostituibile. Le une giustapposte alle altre, proprio come avviene per le cellule di qualsiasi organismo, sono indispensabili alla costruzione di un sistema complesso.

Nascosta in piena vista, mostra personale di Antonio Barbieri ideata e realizzata con il supporto dell’associazione culturale ChorAsis, non solo rappresenta un’ulteriore e significativa tappa nel percorso segnato da Villa Rospigliosi, che come di consueto apre le sue porte alla ricerca in ambito contemporaneo. È anche una preziosa occasione di riflessione sull’utilizzo della tecnologia in modo sostenibile e consapevole. È un monito ad andare oltre le apparenze. Un invito a distinguere ciò che sembra da ciò che è; un’esortazione a soffermarsi, anche se solo per un attimo, su ciò che c’è ma non si vede.

Antonio Barbieri e Mattia Lapperier la sera dell’inaugurazione, 22 ottobre 2023

Nascosta in piena vista

Antonio Barbieri

A cura di Mattia Lapperier

Villa Rospigliosi, via Firenze, 83, Prato

Inaugurazione: domenica 22 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 18.00

Periodo di apertura al pubblico: 22 ottobre – 10 dicembre 2023

Orari di visita: su appuntamento, prenotando la visita al +39 3487814430