Ciò che rimane

Ciò che rimane

Federico Mazza


A cura di M. Lapperier
10 giugno – 10 luglio 2023
La Spezia, TuboCubo

Ciò che rimane – Invito

Ciò che rimane è il terzo progetto ospitato presso lo spazio sperimentale TuboCubo, in pieno centro alla Spezia. La mostra, che inaugura sabato 10 giugno 2023 alle ore 18:30, propone una selezione dei recenti lavori di Federico Mazza con la curatela di Mattia Lapperier. L’artista, suggestionato da recenti disastri ambientali che hanno colpito le colline sabine, zona dove Mazza vive e lavora, indaga un paesaggio trasfigurato dal fuoco e immerso, come di consueto, in un denso strato nebbioso. La mostra è visitabile su appuntamento per tutta la durata dell’evento.

Ciò che rimane

di Mattia Lapperier

Era l’estate 2020 quando in un primo tempo un feroce incendio e, successivamente, un evento alluvionale, sopraggiunto in seguito a forti temporali, devastarono il paesaggio collinare che si scorge dalla finestra dello studio di Federico Mazza. Il bosco ripariale lungo le rive del fiume Farfa venne avvinghiato da rifiuti di ogni tipo provenienti da una discarica abusiva a monte delle magnifiche gole, mentre la fitta vegetazione sulle colline sabine, in corrispondenza del Monte degli Elci, venne irreparabilmente inghiottita dalle fiamme. Nonostante proprio quella porzione di territorio da qualche anno sia stata inclusa nella Riserva Naturale Nazzano Tevere Farfa, alla recente azione distruttiva del fuoco, ancor prima, erano sopraggiunti incuria e inquinamento. L’evento drammatico, peraltro verificatosi mentre l’Australia bruciava a sua volta e il mondo intero iniziava a fare i conti con la pandemia di Covid-19, ha offerto l’occasione all’artista per riflettere su ciò che rimane di un ambiente naturale duplicemente compromesso dalla condotta scellerata dell’uomo. È inoltre suggestivo constatare che ciò che materialmente rimane del rogo è invece stato impiegato da Mazza per realizzare le sue opere. Quegli stessi carboni raccolti sul luogo dell’incendio, sfruttati dall’artista per le loro proprietà grafiche, rappresentano tautologicamente loro stessi, avviluppati da un denso strato di bruma.

Federico Mazza, WF196 – L’incendio del Monte Acuziano dell’agosto 2021 a Farfa, 2021, olio su tavola, 38×38 cm

Legni anneriti, carboni, ceneri, residui incombusti di rifiuti; questi sono i pochi appigli figurativi che affiorano in superficie dalle fitte nebbie che si espandono nei dipinti di Federico Mazza. Un afflato trascendentale li anima. I paesaggi che propone in mostra evocano silenzio, sospensione, un che di ineffabile. Una fitta cortina di nebbia li avvolge; la foschia protegge il paesaggio, lo cinge in un abbraccio nascondendone alla vista i dettagli, eppure restituendolo all’osservatore in tutta la sua immediatezza. Tanto nella serie Transit, animata da bagliori improvvisi che illuminano viali altrimenti del tutto offuscati, quanto in quella più recente focalizzata sui lasciti di un incendio, la figurazione pare sfaldarsi sino all’inconsistenza. Strati di colore a olio inghiottiscono voracemente la veduta sino a trasfigurarla.

Appassionato di meteorologia, Mazza consulta periodicamente app meteo, in particolare quelle che registrano in tempo reale le condizioni atmosferiche di un luogo attraverso una webcam, nelle ultime 24 ore. Condivide tale passione con l’artista tedesco David Kowalski, il quale ha peraltro scelto lo scatto che ha ispirato la tela presente in mostra T#149, come d’abitudine contrassegnata da un numero progressivo. Selezionati i frame più interessanti dalle webcam di tutto il mondo, Mazza è infatti solito collezionarli insieme alle migliaia di fotografie da lui stesso scattate nei suoi boschi, in Sabina. Attinge poi alla sconfinata raccolta di jpeg per trarne suggestioni per i dipinti che realizzerà su tela o tavola; procede quindi per progressive velature, sino quasi ad annullare del tutto il paesaggio sottostante, dando luogo ad atmosfere cariche d’acqua, caratterizzate da un aspetto indefinito e sospeso.

Federico Mazza, WF204, 2023, olio su tavola, 38×38 cm

La paziente operazione di dissolvenza perpetrata da Mazza suggerisce di per sé qualcosa di più di un mero annichilimento. Non si tratta neppure di un estemporaneo dispiegamento del velo di Maya che, stando al pensiero di Schopenhauer, deterrebbe il pericoloso potere di far precipitare la realtà in un’illusione senza fine. Quello messo in atto dall’artista è piuttosto un intento conoscitivo; un lento appropriarsi di una veduta, accuratamente scelta tra molte altre, attraverso lo strumento della pittura per eccellenza, ovverosia il colore a olio. I profili vacillano, ciò che appariva familiare ora si fa fumoso e perturbante; alla certezza subentra il mistero, alla sicurezza della forma, la vertigine dell’informe.

Ciò che rimane sono, sì, i resti di un incendio e i lasciti carbonizzati di rifiuti, ma anche e soprattutto un paesaggio del tutto sublimato per mezzo di un processo pittorico trasformativo.

Veduta della mostra Ciò che rimane

Ciò che rimane

Federico Mazza

A cura di Mattia Lapperier

TuboCubo, via Carpenino 6, La Spezia

Inaugurazione: sabato 10 giugno 2023, dalle ore 18:30 alle ore 21:00

Periodo di apertura al pubblico: Dal 10 giugno al 10 luglio 2023

Orari di visita: su appuntamento

Info: tel. +39 328 203 0916