Prospettive divergenti

Prospettive divergenti

Giorgio Petracci


A cura di M. Lapperier
9 novembre – 30 dicembre 2023
Firenze, Cartavetra

Invito – Prospettive divergenti

Prospettive divergenti

di Mattia Lapperier

I recenti lavori di Giorgio Petracci, considerati nel loro insieme, costituiscono un’essenziale grammatica della visione, programmaticamente suddivisa in punti, linee e superfici. Sono punti focali disseminati all’interno delle opere, su cui lo sguardo indugia. Sono linee che divergono da tali fuochi e, intrecciandosi tra loro, determinano l’illusionistica fuoriuscita della composizione, oltre i limiti della bidimensionalità, persino al di là dei confini imposti dal supporto. Sono superfici attraversate da atmosfere nebulose, scosse da un inafferrabile palpito interiore. Sono prospettive divergenti.

Prospettive divergenti – Veduta della mostra

Se si escludono le cosiddette prospettive intuitive, già impiegate da alcuni pittori toscani ascrivibili al solco tracciato da Giotto, è nel corso del Quattrocento che gli artisti presero a utilizzare sistematicamente elementi di prospettiva lineare e aerea per rappresentare lo spazio nelle loro opere. Nello stesso secolo, com’è noto, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca e Leonardo da Vinci, con i loro trattati, gettarono fondamentali basi teoriche per lo sviluppo della teoria prospettica. Esiste pertanto un legame inscindibile che, da oltre sei secoli, allaccia la prospettiva, ovverosia un metodo scientifico volto alla rappresentazione della terza dimensione, a un’arte come la pittura, per sua stessa natura bidimensionale. Tale irriducibile dicotomia sta tuttora alla base di gran parte della pittura figurativa che ancora oggi sopravvive, nonostante la sferzata nichilista assestatole ormai oltre settant’anni fa dall’Informale. La concezione prospettica dello spazio, intesa appunto come grado zero dello stesso, va persino oltre la figurazione. Giorgio Petracci, pittore aniconico che si contraddistingue per composizioni caratterizzate da una cromia piuttosto tenue e lieve, seppur sotterraneamente animate da un impetuoso moto interiore, solo nel corso dell’ultimo anno ha preso a introdurre nei suoi lavori degli inequivocabili punti di fuga. Se a ispirarlo sino a poco tempo prima erano i paesaggi, gli orizzonti ampi e ricchi di salsedine del suo mar Adriatico, dalla primavera 2022 ha indirizzato lo sguardo verso l’interno, rivolgendolo a pure geometrie di introspezione psicologica. Mosso dalla curiosità per il funzionamento del cervello umano che introietta le forme attraverso gli organi di senso e, rielaborandole in impulsi nervosi, le interpreta; è cominciata per l’artista l’ardua definizione di uno spazio interiore, proposto nei suoi lavori come se fosse realmente percorribile e visitabile. Il contatto con tale concezione architettonica della superficie dipinta ha avuto come diretta conseguenza il progressivo slittamento del linguaggio di Petracci verso la realizzazione di nuovi volumi plastici.

Prospettive divergenti – Veduta della mostra

Non a caso, proprio nello stesso periodo, ha affiancato alla produzione pittorica un’inedita esplorazione della scultura in legno. È così che sono nati quelli che definisce i suoi “Oggetti curiosi” o “Architetture curiose”. Sono assemblage di legni differenti per colorazione, origine ed essenza che instaurano tra loro un muto dialogo insondabile. Che sia – in piccola parte – legno nuovo, di recupero o – in misura assai maggiore – legno proveniente da edifici o strutture con una storia alle spalle, l’artista si mette alla prova con tale materiale in un modo assai simile a quanto abitualmente fa in pittura, spesso praticata su tavola, appunto. L’utilizzo di legni di recupero gli permette di reinserire nel flusso del tempo tali materiali ormai giunti al capolinea. La sovrapposizione delle generazioni – talvolta delle culture – che li hanno prodotti, riverberano nelle loro forme. Più che un’operazione archeologica tuttavia, la sua scultura è un tentativo di esprimere uno stato d’animo, impreziosito e nobilitato da tali reliquie. Alle volte suggestionato da strutture architettoniche, in altri casi ispirato da forme organiche, Petracci considera i suoi assemblage delle presenze, quasi si trattasse di autentici oggetti viventi.

Prospettive divergenti – Veduta della mostra

La pittura di Giorgio Petracci è fluttuante. È una pittura che accarezza morbidamente lo sguardo, invitandolo a farsi largo tra i punti di fuga e il viluppo di segni che emergono da un tumultuoso accumulo di morbidi passaggi tonali. L’artista offre all’osservatore la possibilità di essere parte di un processo che sottrae alla vista, aggiungendo. Petracci passa liberamente da un linguaggio all’altro; in alcuni casi infatti, certe opere pittoriche non sono altro che sviluppi in piano di sculture precedentemente realizzate e poi scomposte. Spesso dipinge la superficie con un’analoga preparazione al gesso, che conferisce una certa unità cromatica al lavoro, inteso nel suo complesso. Due facce di una stessa medaglia, i dipinti e le sculture dell’artista paiono descrivere nello spazio espositivo prospettive divergenti che si intrecciano allo sguardo dei visitatori e avviano così un fitto dialogo con questi ultimi.

Prospettive divergenti – Veduta della mostra

Il suo recente lavoro è strutturato per ambienti interiori, più articolati dei precedenti, a tratti persino più inquieti. È come se ora, per usare un’espressione impiegata dallo stesso artista per definire le sue composizioni, in rapporto a quelle ispirate al paesaggio adriatico, lui stesso “avesse levato l’ancora, in favore di un’osservazione compiuta in alto mare”. Il mare a cui si riferisce Petracci non è solo quello che ha fatto da sfondo alla sua infanzia, è, a un livello più profondo, quello della coscienza. Le opere proposte in mostra, fluttuanti e sospese, offrono dunque visioni fugaci della sua interiorità. Sono una porta lasciata aperta che chi guarda è invitato a varcare.

Prospettive divergenti

Giorgio Petracci

A cura di Mattia Lapperier

Cartavetra, via Maggio 64R, Firenze

Inaugurazione: giovedì 9 novembre, ore 17.00

Periodo di apertura al pubblico: 9 novembre – 30 dicembre 2023

Orari di visita: dal mercoledì al sabato 15.30-19.00